Tra le varie modifiche apportate al mio blog negli ultimi giorni, c'è stata l'aggiunta della pagina del mio Curriculum Vitae. Ho pensato di caricarlo per dare ad altri studenti o neolaureati uno spunto per la compilazione del proprio. Faccio però una premessa: non pretendo assolutamente che il mio CV sia il modello perfetto da seguire e imitare, né tantomeno l'unico modello di CV per un traduttore o un aspirante tale. Questo è il MIO modello personale, che ho costruito dopo mesi di vagabondaggi sul web (proz.com, kommunika e altri blog di traduttori) a caccia di consigli e dritte su come costruire al meglio il proprio curriculum e che SECONDO ME può andare bene per presentare le competenze di una LAUREANDA che si propone sul mercato della traduzione, e non di un traduttore professionista. Detto questo, spero davvero che questo post possa essere d'aiuto a chi brancola ancora nel buio.
Tutti i curriculum che ho scritto precedentemente erano basati sul modello europeo, ma a parer mio è un modello ormai obsoleto, o comunque un modello "freddo", che non permette alle persone di presentarsi per come si è veramente e valorizzare le proprie esperienze e competenze. Sembra quasi un modulo da completare in fretta e furia, tanto per fare, senza poterci mettere del proprio. È
per questo che nel momento in cui mi si è presentata l'occasione di scrivere il mio primo vero CV da aspirante traduttrice non ho esitato a cestinare il modello europass e a iniziare a leggere su internet i curriculum dei traduttori già avviati. Ho visto fin da subito che erano scritti per esteso, divisi in molti paragrafi, ciascuno con il proprio argomento: titoli di studio, partecipazione a giornate di formazione o a corsi di aggiornamento, servizi di traduzione, servizi di interpretariato, altre esperienze di lavoro e così via.
Dividere il proprio curriculum in settori mostra le competenze e conoscenze di una persona con assoluta chiarezza, dà un'idea precisa di quello che è stato il suo percorso negli anni e permette al candidato di parlare di sè e di esprimersi in un modo che sarebbe sarebbe stato impossibile con l'europass. Inoltre i programmi informatici di scrittura semplificano di molto la compilazione offrendo vari modelli tra cui scegliere, in modo tale da potersi esprimere anche nella strutturazione e nella grafica (aspetto non da trascurare secondo me). Un curriculum infatti, qualsiasi tipo di curriculum, deve risultare strutturato e piacevole da leggere. La cosa più importante però è che così facendo si permette agli studenti e ai neolaureati di valorizzarsi al massimo, in quanto esalta le loro competenze e punti di forza nonostante nella gran parte dei casi l'esperienzia sia quasi o del tutto assente e per fare colpo si possa contare solo sulla formazione.
Innanzitutto, quello che si sta per scrivere è il curriculum di un TRADUTTORE, perciò è fondamentale che tutto sia incentrato sulle lingue e sulla traduzione stessa. Di conseguenza, come prima cosa il candidato deve presentare, dopo le informazioni personali, le proprie competenze linguistiche. Della serie: "Ciao mi chiamo Miriam, voglio fare la traduttrice e queste sono le mie lingue di lavoro!" Questo è uno dei motivi principali per cui ho escluso a priori l'europass: relegava le competenze linguistiche al fondo, in una tabellina immeritevole giusto prima delle conoscenze informatiche. Questo per noi traduttori è inaccettabile, perchè sono proprio le competenze linguistiche la base del nostro lavoro (e quindi quello che ci darà da mangiare).
Dopo i titoli di studio, ho inserito il paragrafo
"Partecipazione a corsi di formazione", per risaltare il fatto che non
mi limito a frequentare i corsi dell'università e a laurearmi, ma che
sono interessata a partecipare anche a seminari sulla traduzione, a
conoscere colleghi, a crearmi una rete.
Come ho detto prima, tutto deve ruotare attorno alle lingue, perciò è bene evidenziare tutte le proprie esperienze di lavoro (soprattutto quando non se ne ha molta nella traduzione), ma soprattutto è importante risaltare quelle che hanno a che fare con le lingue. Nel mio caso, ho deciso di creare un vero e proprio paragrafo intitolato "Esperienze di insegnamento", in quanto per anni mi sono dedicata alle ripetizioni di inglese, tedesco e spagnolo e questo, sebbene non c'entri direttamente con la traduzione, mostra la passione che ho per le lingue. Per quanto riguarda invece i veri e propri servizi di traduzione, pochi o tanti che siano, è necessario inserirli subito dopo i paragrafi sulla formazione, spiegando brevemente che tipo di servizio si è svolto e per chi. Fa in generale una bella impressione una collaborazione di volontariato con una onlus o altre organizzazioni no-profit; ce ne sono molte che hanno bisogno di qualcuno che traduca documenti di qualsiasi genere e per uno studente è un ottimo modo per fare esperienza in assenza di lavoro.
Infine, negli interessi e attitudini il candidato non sta soltanto dicendo che gli piace strimpellare la chitarra e fare passeggiate a cavallo nella natura. Sta dicendo che suona uno strumento e probabilmente ha anche una conoscenza approfondita del settore della musica con tutti i suoi annessi e connessi, il che lo rende particolarmente adatto a traduzioni riguardanti quel settore.
Sono sicura che questo curriculum non è completo, mancano molte cose che le agenzie vorrebbero sapere sui propri candidati, come le loro tariffe e se si ha partita IVA o se si lavora in ritenuta d'acconto. Ma sono aspetti che non ho ancora affrontato nel mio percorso perciò ritengo di non poterli ancora inserire nel mio curriculum. Lo scopo di questo blog è proprio quello di condividere le mie esperienze "in tempo reale", senza anticipare niente, per raccontare il passaggio dal mondo in vitro dell'università a quello del lavoro.
Così non mi resta che lasciarvi alla visione del mio CV!
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